Valentina Marchei

In attesa di Valentina, visto l’orario serale, mi ordino un prosecco. Quando lei arriva al locale, con mia compiaciuta sorpresa, ne ordina uno anche lei! “Non siamo in clausura, ogni tanto è necessario decomprimere e gratificarsi a cena con un amico, ovvio senza esagerare.” …E infatti il bicchiere, ora della fine del nostro incontro, è ancora praticamente pieno!
Nata il 23/05/1986, 31 anni, segno gemelli, Valentina esprime tutto il suo carattere già dal primo momento che inizi a scambiarci due parole. Una tempra forse ereditata in famiglia…a casa Marchei c’è infatti un altro cuore che batte per lo sport, il papà Marco Marchei, oggi Direttore della rivista Runner’s world.
Agli inizi degli anni ’80, ha ottenuto grandi risultati in maratone Olimpiche (Mosca ’80, Los Angeles ’84) e nei Campionati del mondo (dove in Finlandia ha corso il suo miglior tempo con 2:11.47). Differenti discipline ma la stessa grande passione per lo sport!
Valentina si è distinta negli anni ottenendo ottimi risultati in molte competizioni europee e mondiali, oltre ad un undicesimo posto ai giochi Olimpici invernali.
A metà Dicembre gareggerà ai campionati italiani e a metà Gennaio 2018 agli europei, in attesa delle prossime Olimpiadi. Ovviamente le facciamo un grande in bocca al lupo!

Il pattinaggio su ghiaccio era il tuo sogno da bambina che si è realizzato? Com’è cominciato tutto?
E’ iniziata per caso, da piccola facevo ginnastica ritmica con Giulia Staccioli che è la Direttrice dei Kataklò (famoso gruppo di ginnasti acrobati) e che mio papà aveva conosciuto alle Olimpiadi del ’84 a Los Angeles.
La Staccioli in quel periodo teneva un corso al Forum di Assago per bambini di 6 anni, in realtà io avevo 5 anni e mezzo e in teoria non avrei potuto partecipare, ma ho supplicato ottenendo così l’ammissione.
Sapevo vendermi bene con grandi sorrisi e disinvoltura, ma devo ammettere che non ero poi così così dotata, ci sono foto con tutte le bambine che tenevano la palla a destra mentre io la tenevo a sinistra! (Ride)
Intorno ai 7 anni ha preso il via la mia grande avventura con il pattinaggio sul ghiaccio, è stato amore a prima vista!
Ancora una volta è nato tutto per caso, mio papà è marchigiano e da quelle parti va tantissimo il pattinaggio a rotelle che praticavo ogni estate quando andavamo a trovare il nonno.
Il passaggio dalle rotelle alla lama sul ghiaccio è partito proprio così, mai scelta fu più azzeccata!

Volteggiare in aria deve essere qualcosa di magico e potente allo stesso tempo, cosa si prova?
Quando devi sostenere allenamenti pesanti, quando ti aspetta l’ennesima ora e tutto il corpo brucia, io chiudo gli occhi e sento il vento sul viso, la libertà, emozioni antiche che mi riportano a quando tutto è cominciato.
Dopo tanta strada fatta, è importante ricordarsi da dove siamo partiti, la pura passione e le prime sensazioni…
Sono pensieri “Ancora”, quelli a cui ti aggrappi per trovare motivazione e per non mollare mai.
Negli ultimi 3 anni faccio solo pattinaggio in coppia con Ondrej Hotarek, ma quando mi ritaglio un’oretta di allenamento solitario, dove creo con la musica e volteggio da sola, dove non ho obblighi verso il mio compagno, riesco veramente a staccare la spina e devo ammettere che mi manca da morire.

Da sola o in coppia quanto cambiano le emozioni e i rischi?
Se parliamo di rischi, ovviamente in coppia ti devi fidare e affidare, so che lui mi protegge e che si butterebbe piuttosto sotto di me se dovessi cadere da più di 2 mt. Pensa io soffro anche di vertigini!
In realtà il più grande problema quando nel 2014 sono passata alla coppia è stato gestire la mia indipendenza.
Quando sei abituata dopo tanti anni ad auto motivarti, leccarti le ferite da sola, a toccare il fondo e risalire con le tue forze, è difficile fare entrare qualcuno nella tua ‘bolla’, ma è assolutamente necessario.
Ci davano dei pazzi…perché iniziare così tardi a lavorare in coppia non è una cosa consueta.
Lui ha scritto la storia del pattinaggio italiano con la precedente partner, io invece arrivavo da 20 anni come singola e un’Olimpiade alle spalle, ma ho deciso comunque di provare!


In effetti sono la prima al mondo ad essere passata dal singolo alla coppia in età così ‘avanzata’ per questo sport (gli allora 28 anni). Anche se già pattini, è come ricominciare da zero.
Oggi però sono in tanti, probabilmente ispirati dalla mia ‘follia’, ad avere lo stesso coraggio di rimettersi in gioco e cambiare disciplina.
Ma vale sempre la pena, pensa che io e Ondrej abbiamo iniziato ad allenarci insieme nel mese di Luglio, a Novembre la prima gara, in Dicembre abbiamo vinto il Campionato italiano e a Gennaio quarto posto agli Europei!

Hai avuto allenatori italiani, russi, americani, giapponesi, diversi stili e diverse formazioni?
Si, negli anni ho lavorato all’estero e sotto la guida di tanti allenatori, aldilà della tecnica, scopri modi diversi di vivere il pattinaggio.
E’ importante trovare la scarpa giusta, la persona più adatta a lavorare dove sei più carente.
Con il tempo le cose cambiano, ed è normale cercare altre figure che ti completino e ti aiutino a crescere. Mai nulla di personale, è solo un percorso evolutivo.
Oggi sono seguita da Franca Bianconi (allenatrice), Corrado Giordano (coreografo) e il team è totalmente italiano, fatta eccezione di uno specialista di questa disciplina, di origine russa, che ogni tanto viene ad allenarci o noi lo raggiungiamo a Mosca.
E’ stato bello ritornare in Italia dopo anni in giro per il mondo, ho fatto questa scelta anche per soddisfare la richiesta di Ondrej, da poco sposato con la mia ex compagna di stanza!

Dalla sveglia alla buonanotte, aiutaci ad immergerci nel tuo mondo!
Tutti i giorni iniziamo ad allenarci alle 9 del mattino, durante l’estate alle volte ci danno il sabato e la domenica di risposo, l’inverno uno solo dei 2 giorni.
La mattina è dedicata all’allenamento posturale a corpo libero, insieme al coreografo Corrado Giordani, con lui lavoro dal 2001. Poi, prima di entrare in pista, riproduciamo a terra tutti gli elementi (lanci, sollevamenti etc.), a seguire un’ora sul ghiaccio e una per mangiare.


Il pomeriggio si concentra sul pattinaggio di coppia per un paio d’ore e un’altra ora in singolo.
Tutti i giorni facciamo palestra ma a carico naturale, di rapidità e cardio (bici o corsa), mentre a giorni alternati danza classica e ‘squarciamento’, con un’insegnante di ginnastica artistica che ci aiuta a rimanere molto elastiche.

Come vengono gestiti i controlli anti Doping?
Il controllo anti Doping riguarda tutti gli sportivi ad alto livello e spesso avviene durante i giorni delle gare.
In generale devi dare la tua reperibilità quotidiana, di un’ora obbligatoria e in un orario che preferisci. Io ad esempio ho scelto la mattina presto perché sono certa di essere a casa.
Qualsiasi cambiamento va comunicato, in caso di mancata presenza al terzo richiamo sei squalificata come se ti avessero trovato positiva.
Una volta sono passati per un controllo alle 6 del mattino ma, essendomi trasferita da poco a Milano, non c’era il cognome sul citofono e io non rispondevo perché avevo dimenticato il cellulare in modalità ‘silenzioso’. A quel punto hanno chiamato mio padre…e per fortuna è andato tutto bene!

Nella tua carriera sportiva quanto è stato importante il sostegno di tuo papà?
Papà mi ha sempre detto di usare lo sport come scuola di vita e non mi ha mai obbligato a fare qualcosa che io non volessi, e proprio grazie a questo atteggiamento ho sempre trovato il coraggio di non mollare e di fare le mie scelte di cuore.
Lui non si è mai imposto, ha avuto una bella influenza ma mai dittatoriale, è la persona che chiamo nei momenti di difficoltà e a cui chiedo consiglio, è la mia roccia!


Ho una famiglia unita che mi sostiene, anche mamma è molto presente, seppur lontana dallo sport.
Mi segue quasi come una segretaria, legge, si informa e fa ricerca su internet, scoprendo cose di me che io stessa ignoro!
Infine mio fratello, 5 anni più giovane, è il mio preparatore atletico. Viviamo insieme a Bergamo e abbiamo un bellissimo rapporto che è diventato ancora più forte da quando lavoriamo insieme.

Toe-loop, Salchow, Rittberger, Flip, Lutz, Axel, Walley… (sembrano scioglilingua!) Quale salto esprime al meglio il tuo talento?
Io sono sempre stata una molto potente e mi piace proprio saltare di punta anziché dal filo.
Il salto considerato tra i più difficili è il Triplo Lutz, per me è stato lo scoglio da sedicenne, poi amore e odio, fino ad oggi che mi caratterizza anche in coppia. Io e Ondrej, insieme ai campioni del mondo 2017, siamo gli unici a fare questo salto.

Quanti amori nascono sul ghiaccio?
Mi è capitato quando ero ragazzina e da lì ho detto “Mai più!”.
Ho molti amici nell’ambiente ma dopo tante ore passate in simbiosi, preferisco coltivare una relazione al di fuori del pattinaggio, anche se non è per niente facile.
Dure ore di allenamento, a letto presto, mangiare in modo controllato…far conciliare tutto questo con una persona di fianco è complicato.
Nulla vieta qualche frequentazione ma non trovo giusto tornare a casa la sera e non dare il 100% in una relazione o viceversa avere i bastoni tra le ruote in questo momento della mia vita. Questo è un treno che passa e non ci penso proprio a buttarlo via!
A volte gli altri sono più forti di te, hanno quel 1% in più, e qualche ora in meno di sonno rischi di pagarla cara… Io so cosa voglio e per il resto c’è tutta una vita davanti.

Come immagini il tuo futuro? Ti piacerebbe insegnare?
Dopo tanti anni e lunghe ore passate sul ghiaccio non credo che avrei subito voglia di mettermi ad insegnare.
In un primo momento vorrei divertirmi con spettacoli in giro per il mondo, facendo vivere questa grande passione.

Di recente sei stata nominata dal comitato Direttivo del CONI nuovo membro in rappresentanza degli sport sul ghiaccio (2017-2020), potrebbe essere l’inizio di una nuova carriera?
Si mi piacerebbe molto e sono felice di questa opportunità al CONI, nel comitato mi affianco a giovani medaglie olimpiche e c’è sempre da imparare! Sono convinta che il modo di vedere e vivere lo sport debba continuare a progredire.
Noi che lo abbiamo vissuto e ad alti livelli, sappiamo cosa vuol dire e siamo in grado di mantenere vivo questo fuoco.
Mi piacerebbe poter essere di esempio per i giovani, nel perseverare, cadere 1000 volte e rialzarsi 1001. Puoi arrivare ovunque se ci credi davvero!

Per saperne di più su Valentina Marchei:
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Un vero talento, non riesco ad aggiungere altro. È sempre bello leggere articoli di questo genere. Mostrano quanto sia difficile il mondo dello sport

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